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dei diritti e delle pene

Il Blog di Davide Steccanella

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Postilla » Diritto » Il Blog di Davide Steccanella » Diritto penale e processuale » La Riforma della Giustizia by Alfano

11 marzo 2011

La Riforma della Giustizia by Alfano

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5 i principali punti di innovazione di quella riforma della giustizia che Berlusconi, si legge oggi sui media,“aspettava dal 1994″.

Il primo introduce la annosa… “novità” della separazione delle carriere tra il Giudice e il PM, nel senso che, mentre i Giudici continuerebbero a costituire un “ordine autonomo e separato” i PM diventerebbero, si legge, un “ufficio organizzato”.

Il secondo estende anche ai Magistrati la responsabilità patrimoniale personale per gli “errori commessi” come già previsto per medici o pubblici funzionari.

Il terzo, per evidente necessità di armonia con il punto primo, introduce la previsione di due CSM distinti che, si legge: “non possono adottare atti di indirizzo politico nè esercitare attività diverse da quelle previste dalla Costituzione”

Il quarto reintroduce il divieto di appello per il Pm in caso di assoluzione già a suo tempo (legge Pecorella)  “bocciato” dalla Consulta.

Il quinto infine modifica la obbligatorietà della azione penale nel senso che pur continuando a sussistere il costituzionale principio, i PM incontrerranno alcuni limiti, si legge: “secondo i criteri stabiliti dalla legge”.

Diciamo subito che, aldilà della forma alquanto mediocre della stesura, l’unico punto che ci convince è il quarto. Nel senso che compito del Pm è quello di esercitare la azione penale davanti al Giudice e non quello di insistere per la condanna di un imputato anche dopo esiti assolutori meditati e conseguenti ad un compiuto e regolare giudiziale accertamento di merito, giudizio di merito che un Pubblico Ministero, che amministra la Giustizia, dovrebbe peraltro rispettare e non impugnare. Nè si può davvero sostenere che, ferma restando la ovvia facoltà di evidenziare avanti alla Suprema Corte di Cassazione eventuali errori di diritto, la costituzionale parità tra le parti ricomprenda anche la parità di interporre gravame nel merito. Senza contare che, imponendo oramai il nostro codice di procedura la condanna solo quando la colpevolezza dell’imputato risulta aldilà di ogni ragionevole dubbio, riesce invero arduo ritenere priva di ragionevole dubbio una responsabilità ritenuta sussistere dal secondo Giudice e non dal primo.

Di converso, e con altrettanta schiettezza, occorre invece dire che non ci convince affatto la previsione del quinto punto, e non solo per la elementare ragione di merito secondo cui la obbligatorietà della azione penale è la migliore delle garanzie di imparzialità per il cittadino, ma anche per una evidente ragione di diritto, stante il tassativo divieto di modficare con legge ordinaria il precetto costituzionale, e dire che quest’ultimo sarebbe soggetto a limiti stabiliti dalla legge equivale esattamente a scardinare il dettato costituzionale vigente con mezzo improprio.

I punti 1 e 3, come detto, fanno parte di una manifesta volontà di “riorganizzare” in radice l’attuale sistema Giudiziario perchè ritenuto fino ad oggi insoddisfacente (sulla validità delle motivazioni a sostegno di tale analisi si potrebbe discutere in eterno…) e solo la futura prassi saprà dire se sarà meglio o peggio di come è adesso, rimane il fatto che personalmente ho sempre distinto Giudici e PM in bravi e meno bravi (come pare corretto fare in tutte le professioni), e che pertanto poco mi importa sapere se appartengano o meno alla stessa “categoria”, quel che è certo è che non sarà evidentemente accettabile un organismo inquirente di tipo pubblico alle dipendenze di un qualsivoglia potere esecutivo, perchè in tal caso ne uscirebbe davvero stravolto l’ordinamento giudiziario del nostro paese.

Lascio per ultimo il punto 2 perchè è quello apparentemente più condivisibile (“chi sbaglia paga”), ma in realtà è forse il più insidioso.

Quid iuris infatti se dovesse poi prendere piede una giurisprudenza un pò troppo afflittiva per le tasche non certo svuotate ma neppure troppo capienti di un magistrato, pur sempre uno stipendiato statale ? In altri termini quale PM o Giudice se la sentirebbe di porre sotto penale sequestro i beni ingenti di un indagato facoltoso con il concreto rischio di doverlo poi risarcire in caso di successiva infondatezza della originaria accusa ?

E’ un pò il rischio che si è corso quando si manifestò un eccesso di zelo punitivo  in materia di responsabilità sanitaria, nel senso che piuttosto che azzardare una terapia incerta alcuni medici preferirono affidare il futuro corso degli eventi agli… accadimenti naturali.

In conclusione, ed in attesa di qualche annunciata “picconata” alla attuale legge sulle intercettazioni, certamente non sempre utilizzata in modo accorto da alcuni PM (soprattutto nel rapporto coi media), questa tanto sbandierata riforma epocale della Giustizia del governo in carica, non ci sembra proprio un capolavoro…

www.avvocatosteccanella.it

Letture: 7261 | Commenti: 10 |
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10 Commenti a “La Riforma della Giustizia by Alfano”

  1. Gold scrive:
    Scritto il 11-3-2011 alle ore 13:23

    Avvocato,
    il divieto di appello per il pm in caso di assoluzione è una norma presente anche in altri ordinamenti giuridici?

    Un amico mi ha riferito che esiste anche negli stati uniti..

    A me preoccupa la composizione della commissione disciplinare… Lei che ne pensa? Anche se mi pare di capire che anche lei abbia delle perplessità.

    leggo spesso il suo blog che trovo molto interessante.

    Buon lavoro

  2. Andrea Asnaghi scrive:
    Scritto il 14-3-2011 alle ore 13:28

    Caro Davide, senza addentrarmi troppo in materie in cui leggo per imparare (apprezzando sempre i tuoi interventi), mi interessa una valutazione sul punto 2.(Su tutto quanto segue, preciso subito che non voglio assolutamente addentrarmi in polemiche “politiche” vecche o nuove, lo chiedo per favore).

    Vedo per esperienze DIRETTE alcuni (non tutti, ma non pochi) magistrati che:
    – scelgono un indirizzo idelogico a cui aderire più o meno pregiudizialmente (salvo casi davvero macroscopici); spesso ciò accade, ad es. (in un senso o nell’altro) , nel diritto del lavoro.
    – si sentono investiti del compito di riformare la società (ma non devono invece “semplicemente” garantire una corretta applicazione delle leggi ?)il che può essere un corollario dell’osservazione precedente;
    – trattano casi semplici (per loro, ma umanamente critici per chi ci capita) con indifferenza, scarsa voglia di approfondimento, sentenze “un colpo al cerchio, uno alla botte”, cose che invece non manifestano altrettanto nelle trasmissioni televisive a cui intervengono a vario titolo (calcio, arte, attualità, etc.) o alle iniziative “di visibilità” che promuovono;
    – dimostrano un certo “coinvolgimento” con poteri economici o di informazione (non volevo dire “vendono informazioni sottobanco” etc.);
    – ai livelli anche più alti, dimostrano spesso una conoscenza della materia trattata ed una perspicacia che li porterebbe (ad un medio esame di Stato professionale) ad una sonora bocciatura.

    Insomma, la mia esperienza in merito è che meno ci incappi (in un giudizio) e meglio stai, e questo soprattutto a causa della profonda aleatorietà del giudizio (che sarebbe in sè una cosa fisiologica, se non dipendesse in buona parte anche dai difetti che sopra ho elencato).

    Il desiderio che chi sbaglia paghi è forte (io li manderei anche – e soprattutto – “a casa”) , anche se è altrettanto vero che bisognerebbe trovare un meccanismo non condizionante. Però, Davide, se io e te sbagliamo paghiamo, se un qualsiasi dipendente sbaglia nel proprio lavoro per dolo o colpa grave è tenuto a risarcire il suo datore di lavoro ed anche (in qualche caso) il terzo. Ciò non toglie che esistano avvocati, consulenti del lavoro e dipendenti, che si beccano quotidianamente le proprie responsabilità e non smettono di fare il proprio lavoro, solo lo fanno con una certa accortezza (diligenza, non paraculaggine) sapendo che non agiscono in regime di (sostanziale) impunità.
    Se c’è non dico solo un dolo, ma anche una palese e colpevole negligenza/inefficenza/incompetenza, perchè no ?

  3. Roberto Onofri scrive:
    Scritto il 14-3-2011 alle ore 15:24

    Premetto di essere ignorante in materia, ma la separazione delle carriere mi sembra assolutamente corretta. Che Giudice e PM, praticamente “convivano” mi piace poco. Trovo che la parificazione tra accusa e difesa sia sacrosanta. Che poi un Giudice sia responsabile mi pare il minimo, ad oggi, per esempio, mi pare che quelli del caso Tortora abbiano solo ottenuto miglioramenti della propria posizione.
    Trovo anche che i giudici debbano lavorare/produrre molto di più di quello che fanno oggi. Mi risulta che mediamente un giudice nella mia città, lavori dalle 10 alle 15 ore settimanali, usufruisca di 45 giorni di stand-by del tribunale dal 1 agosto al 15 settembre e, guarda caso le ferie non le prende mai in quel periodo. Il tutto condito da un modesto stipendio di circa 9.000 Euro/mese. Se si dedica alla politica e viene eletto usufruisce della possibilità di tornare a farlo senza problemi. Mi sembra che la parità con gli “altri” lasci un po’ a desiderare.

  4. Alessandro macca scrive:
    Scritto il 15-3-2011 alle ore 08:24

    Io penso che, se riforma epocale della giustizia devi fare (e va fatta,stante la situazione al limite della paralisi,o del definitivo tracollo), allora ben altre questioni sarebbero dovute esser prese in considerazione. Non la si puo definire una riforma Ad Personam, nell’accezzione che tutti si sarebbero potuti aspettare, perche’indubbiamente non impattera’con i processi in corso di Berlusconi. Io la definirei una rifirma Ad Castam, poiche’la separazione delle carriere, non vedo che miglioramenti potrebbe portare in termini di certezza del diritto, stante il fatto che entrambi gli uffici sono ricoperti da magistrati,con identici percorsi di studio e di esperienza professionale, e con la (giusta)possibilita’di passare da un ruolo all’altro, poiche’un bravo magistrato deve saper rivestire sia l’ufficio della pubblica accusa, che quello della giudicante. E non sara’certo una fittizia separazione delle carriere ad eliminare le distorsioni e le irregolarita’presenti in alcune determinate (e limitatissime) procure! La previsione della responsabilita’civile, poi, potrebbe essere un boomerang terrificante, soprattutto nelle indagini riguardanti la lotta alla criminalita’organizzata. Insomma, per migliorare la giustizia, devi agire sulle leggi che compongono l’impianto processuale, sui codici di procedura che hanno reso tale impianto un Elefante paralitico. Mi sembra che qui si sia voluto agire, invece, su coloro che Applicano le leggi, fatte da “altri”….e temo proprio che la strada che ci portera’ al Vero Processo Breve, sia ancora lontana….

  5. marco scrive:
    Scritto il 16-3-2011 alle ore 13:35

    Ho letto un articolo nel quale si sosteneva che la norma che prevede la responsabilità dei magistrati sugli errori è mal commentata, in quanto è già prevista.

    Situazione ad oggi (come l’ho capita)
    il cittadino che si sente vittima di un “errore” può richiedere il risarcimento allo Stato.

    Lo Stato a sua volta può chiedere al magistrato di pagare di tasca propria se l’errore è dovuto per dolo o colpa grave.

    Qualcuno è in grado di dirmi se ho inteso bene?

  6. davide steccanella scrive:
    Scritto il 16-3-2011 alle ore 18:58

    allora io faccio una considerazione di fatto poi ognuno tragga le conseguenze che vuole: un referendum di secoli fa (dopo caso Tortora) decise in effetti la responsabilità patrimoniale dei magistrati, tuttavia da allora di fatto nessun magistrato è mai stato condannato a pagare alcunchè, ne deduco che fosse necessario qualche “ritocchino” che è appunto quello inserito nella riforma…

  7. Bianca scrive:
    Scritto il 16-3-2011 alle ore 22:04

    un piccolo intervento solo per dire che purtroppo e ancora una volta, di fronte a situazioni di fatto palesemente errate, si vanno a distruggere validi principi di diritto e valide norme fondate su di essi, anzichè “cambiare” le teste di chi le norme applica! di governo in governo negli ultimi anni stiamo assistendo ad uno sgretolamento del nostro longevo diritto, che ha sempre retto negli anni perchè basato su giusti principi e applicato dai cervelli umani in modo evolutivo; purtroppo credo che i cervelli umani si siano un po’ appiattiti in ogni settore.- Che dire: speriamo nelle nuove generazioni? O forse c’è da temere ancor di più visto che quanto anzidetto è stato applicato anche nella scuola con le tanto decantate riforme ( forse da riformare c’era qualcosa d’altro!!!)Siamo nel 2011 e non possiamo continuare ad involvere in questo modo!Diciamolo una volta per tutte: scriviamo leggi grammaticalmente corrette e con contenuti rispettosi di una Carta Costituzionale che nonostante tutto ha ancora molto da insegnare.

  8. marco scrive:
    Scritto il 18-3-2011 alle ore 17:28

    scusate se ritorno sul mio tema a cui mi è stata risposta ma la tesi contraria alla norma sostiene aggiunge questo ulteriore dato (scusatemi):

    “in realtà le condanne per negligenze ci sono state è lo Stato ha dovuto risarcire, ma poi non si è rivalso sui magistrati, quindi la colpa della cosiddetta “impunità” ricade sullo Stato”

    Questa informazione non riesco a “verificarla” e francamente mi sembra incredibile (però quando si parlo di Stao italiano niente è impossibile!).

    Qualcuno è in grado smentirla o validarla?

  9. davide steccanella scrive:
    Scritto il 18-3-2011 alle ore 18:40

    ora ci si “rivale” direttamente sul Magistrato, questa è la differenza….

  10. marco scrive:
    Scritto il 29-3-2011 alle ore 15:52

    Salve a tutti.

    Oggi ho letto un articolo di Trimarchi Pietro sul corriere della sera (la rassegna stampa della camera mette a disposizione l’articolo) in merito alla responsabilità diretta dei magistrati.

    In pratica afferma che in quasi tutti i sistemi giuridici è prevista l’immunità assoluta in USA, UK, Germania, Canada ed israele mentre in paesi come Francia, Svizzera, Paesi bassi è consentito rivalersi sullo stato “con una più o meno limitata possibilità di rivalsa nei confronti del giudice”.

    Inoltre sostiene che i giudici non possono essere equiparati a professionisti dato l’aspetto particolare della loro attività.

    Sinceramente l’ho trovato molto interessante specialmente il confronto con gli altri sistemi giuridici.

    A dir il vero mi sto convincendo che la norma così come viene formulata dal governo non sia proprio ottimale per il funzionamento della giustizia, o meglio l’accetterei se prevedessero la medesima responsabilità anche per i parlamentari ed il governo.
    Mi spiego con un esempio.
    Il decreto “blocca incentivi” del fotovoltaico è ritenuto da molti giuristi illegittimo, se così fosse i membri del governo o i parlamentari che l’hanno approvata dovrebbero pagare i danni.

    In questo modo ci sarebbe simmetria tra quanto previsto per i magistrati e per i parlamentari

    Qualcuno ha degli argomenti da opporre al Trimarchi? Per il gusto del confronto?
    Perchè non prevedere anche la responsabilità civile dei parlamentari e membri del governo (decreti)?
    Saluti.
    P.s. per favore solo osservazioni di tipo tecnico o almeno presunte tali (come le mie!!)
    NO MOTIVAZIONI ESCLUSIVAMENTE O PRETTAMENTE POLITICHE (PER FAVORE!)

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