13 maggio 2011
La vicenda giudiziaria di Pisapia e i falsi della signora Moratti
Nel corso di un recente pubblico confronto per la elezione del nuovo sindaco di Milano Letizia Moratti ha accusato Giuliano Pisapia di “essere stato condannato per furto di auto finalizzato al pestaggio di un ragazzo dalla Corte di Assise”.
A fronte della sbigottita reazione del suo interlocutore (peraltro impossibilitato a replicare) ha modificato la precedente affermazione dicendo che “comunque l’amnistia non equivale ad una assoluzione”.
L’articolo di Luigi Ferrarella pubblicato sul Corriere della sera di ieri ricostruisce con esattezza la vicenda giudiziaria evocata dalla Moratti e dimostra la falsità di quanto dalla stessa affermato sia nella prima sia nella seconda occasione.
La Sentenza di primo grado, che si era effettivamente conclusa con la applicazione della amnistia, indicava tuttavia in motivazione che veniva ritenuta prevalente tale soluzione estintiva in quanto altrimenti l’imputato avrebbe dovuto essere assolto dal reato ascritto “per insufficienza di prove” ossia secondo quella formula assolutoria dubitativa vigente all’epoca e successivamente abrogata dal codice del 1989.
Avverso tale Sentenza tuttavia l’imputato presentava appello rinunciando espressamente alla concessa amnistia (facoltà concessa alla parte come in caso di prescrizione) e chiedendo una pronuncia di assoluzione piena e la 3° Corte di Assiste di Appello di Milano, accogliendo l’appello dell’imputato, assolveva con formula piena Pisapia “per non avere commesso il fatto” in quanto, si legge testuale: “non vi è prova né apprezzabili indizi di una partecipazione del Pisapia, sia pure solo sotto il profilo di un concorso morale” (Pres. dott. Luigi Maria Guicciardi, procedimento n.76 del 1985).
Ne deriva che l’imputato è stato pienamente assolto in secondo grado dalla accusa mossagli all’epoca e che peraltro era stato assolto anche in primo grado seppure con formula in seguito abrogata e che all’epoca risultava “soccombente” rispetto a quella di estinzione per intervenuta amnistia.
A seguito di quanto immediatamente replicato, con la pronta esibizione di documenti giudiziari ufficiali, la Sig.ra Moratti ha “ripiegato” sulla stigmatizzazione etica di “certe frequentazioni di terroristi” riferendosi ad alcuni soggetti appartententi alla nota organizzazione armata di Prima Linea che comparivano nelle carte processuali di quel processo (in particolare Sandalo e Donat Cattin), ma ancora una volta ha detto il falso.
L’accusa mossa a Pisapia infatti atteneva alla sua presunta partecipazione ad una riunione del 1978 dove, a detta del pentito Sandalo, sarebbe stato deciso il furto di un’auto compiuto alcuni mesi dopo, ma sono stati proprio i Giudici della Corte di Assise ad affermare che non era stata raggiunta alcuna prova della effettiva presenza a tale riunione del Pisapia che peraltro l’ha sempre negata come peraltro l’altro pentito citato Donat Cattin.
Ragion per cui non solo Pisapia è stato assolto dal reato di furto ma non è stata neppure accertata la sua frequentazione con Sandalo e Donat Cattin.
Alle suesposte considerazioni giuridiche occorre aggiungere a questo punto anche due ulteriori considerazioni non già sul metodo, che in ben pochi hanno difeso sia da destra che da sinistra, ma proprio sul “merito” di questa assurda polemica fatta scoppiare a bellaposta a pochi giorni dal voto milanese.
La prima è che il fatto era comunque risalente alla estate del 1978 ovvero prima che i citati Sandalo e Donat Cattin si macchiassero di quei delitti per cui oggi vengono definiti “terroristi”, ragion per cui se anche fosse stato vero, ma così non fu, che un giorno Pisapia li avesse incontrati in quegli anni del tutto particolari della Milano del 1978 dove erano migliaia e migliaia i giovani gravitanti intorno ai gruppi della cosiddetta sinistra antagonista, non ci sarebbe stato davvero nulla di male, e sarebbe del tutto scorretto definirlo “frequentatore di terroristi”.
La seconda è che per quell’episodio, rivelatosi falso, Giuliano Pisapia venne arrestato nell’ottobre del 1980 sulla base delle dichiarazioni del pentito Sandalo e tenuto in carcere preventivo per oltre 5 mesi, mentre un certo Francesco Cossiga, ai tempi Ministro emerito della Repubblica, il quale, abusando della propria funzione che gli aveva consentito di conoscere in anteprima le rivelazioni di quel pentito Sandalo, aveva da poco fatto fuggire in Francia proprio quel Marco Donat Cattin figlio del suo compagno di Partito ed importante dirigente della DC e che invece nel 1980 aveva già compiuto delitti efferati (tipo l’omicidio del Giudice Alessandrini), diventerà qualche anno dopo… Presidente della Repubblica.
Valeva davvero la pena ritirare fuori a distanza di 40 anni questa brutta storia (e per giunta dicendo cose false) signora Moratti ?
Scritto il 13-5-2011 alle ore 12:54
A parziale (quanto irrilevante) rettifica non trovo sul dispositivo della prima sentenza di amnistia il riferimento letto ieri su alcuni giornali alla abrogata “insufficienza di prove”, sta di fatto che la seconda Sentenza passata in giudicato ha assolto l’imputato con formula piena pur essendo ancora vigente all’epoca “la insufficienza di prove”.
Scritto il 13-5-2011 alle ore 12:58
Così si legge sul corriere di ieri a firma Ferrarella a proposito della Sentenza di primo grado::
“E conclude che, «nell’ irrisolto contrasto» tra le dichiarazioni di Donat Cattin e quelle «non meno rilevanti deponenti in contrario di Barbieri e Sandalo, nei confronti di Pisapia potrebbe essere emessa solamente una pronuncia di assoluzione per insufficienza di prove». Poiché però nel 1978 era intervenuta una amnistia, «per giurisprudenza consolidata l’ amnistia prevale» tranne nel caso di assoluzione piena: quindi il dispositivo della terza Corte d’ Assise il 22 ottobre 1984 ritiene «amnistiato il reato ascritto» a Pisapia e dichiara «il non doversi procedere».
Scritto il 13-5-2011 alle ore 15:27
Se valesse o meno la pena rinfangare questa faccenda di 30 anni fa lo sapremo lunedi sera.
Alcune considerazioni, però, possono essere svolte anche ora : innanzitutto l’uscita è stata sicuramente studiata a tavolino, calcolata nei modi e nei tempi , valutata per gli effetti conseguenti.
Del resto se è vero che per la campagna a sindaco di milano LM ha investito 20 milioni non posso credere che il suo staff ignorasse l’esito del secondo grado e le stesse motivazioni del primo grado. Quindi volutamente si è detto che Pisapia fosse stato condannato per furto dalla corte di assise di milano
Ma allora il punto è comprendere il motivo , il calcolo che sta alla base di quella affermazione. una prima risposta è semplice visto che viene ripetuta come un mantra in tutte le apparizioni televisive in queste ore : evidenziare che Pisapia 30-40 anni fa avesse frequentazioni o anche solo conoscenze che lambivano gli ambienti estremisti milanesi.
Sul piano politico ( unico vero rilevante ) additare al ceto moderato – presumibile bacino di voti di LM – la necessità di scuotersi dal torpore per impedire che Pisapia possa sedersi sullo scranno più alto di palazzo marino.
Questo , penso, il movente dell’affermazione . Lunedì capiremo se sventolare una simile notizia avrà avuto effetto sugli elettori, se davvero sarà stata capace di richiamare alle urne gli astensionisti moderati spronandoli al voto.
C’è una ulteriore possibilità, astrattamente. Che l’agitare una sentenza di 35 anni fa, riportandola in modo ingannevole sia invece capace di suscitare se non indignazione , almeno una reazione critica capace di ribadire la necessità del rispetto della verità e dell’etica, anche nella battaglia politica.
Scritto il 13-5-2011 alle ore 16:18
Condivido tutto anacleto
Scritto il 13-5-2011 alle ore 21:33
si sono inventati il presidente della rep emerito! ma che ci fossero anche i ministri emeriti questa mi è nuova!!!
il caso moratti-pisapia puzza di bruciato, e molto. ma nel pdl sono così stupidi da tirar fuori una balla che può essera smentita il giorno stesso? il fatto non mi quadra.
pisapia comunque tutti sanno che non è uno stinco di santo! è sempre stato comunista e nostalgico stalinista in barba alle sue origini alto borghesi, è stato in rifondazione parlamentare fino ad ieri ed ha difeso più di extraparlamentare di estrema sinistra + o – terrorista. ma cosa sono gli “apprezzabili indizi” mancanti in sede giudiziaria? una scorciatoia per dire che non si vuol procedere oltre e quindi si assolve ed archivia?
Scritto il 14-5-2011 alle ore 10:51
gli apprezzabili indizi sono quelli che occorrono per stabilire giudizialmente che un determinato fatto è accaduto che in quel caso, evidentemente, la Corte di Assise ha ritenuto mancassero. Essere stati comunisti, come milioni di altri cittadini italiani, non significa non essere “stinchi di santo” fino a prova contrarria ammesso e non concesso che esistano stinchi e…santi e soprattutto che occorrano.
Scritto il 16-5-2011 alle ore 13:13
Meno male che questo blog si chiama professionisti per professionisti.
Io qua ci trovo solo chiacchere fuori luogo.
é mai possibile che non si riesca a “non far” Politica?
Complimenti per il vostro sito e in generale per il blog, sono un assiduo frequentatore,
ma questa volta,
“pensiero personale”,
NO.
Buona giornata
Scritto il 16-5-2011 alle ore 14:32
Per Giovanni: è assai difficile scindere professione e politica. Ovvero professionalità ed etica. Da un primo cittadino, amministratore pubblico, io professionista dipendente pubblico mi aspetto che non menta spudoratamente. Perchè, e concordo in pieno con Anacleto, può anche ridursi il tutto a competizione elettorale, per cui ogni arma è ammessa, ma dopo…mi aspetterei che non solo Pisapia quereli per falsità l’amministratore pubblico Moratti ma che tutti i professionisti dipendenti pubblici dell’Amministrazione meneghina manifestino, in che maniera non saprei, il proprio disagio (sempre che i fatti dimostrino la menzogna della Moratti) di avere a capo una persona, una donna, capace per proprio tornaconto di mentire.
Scritto il 16-5-2011 alle ore 14:42
caro davide condivido le vostre perplessità e a Pisapia giunga anche il mio unitamente al vostro segno di solidarietà.
Detto questo pero’ fossi in lui valuterei se quella della Moratti non è una palese violazione degli art. 5 comma tre e 11 lettere a -c-e d- del D.Lgs. 196/2003 e magari richiedere anche il risarcimento dei danni previsto ai sensi dell’art. 15 previsto dal’art. 5. un caro saluto a tutti
Scritto il 17-5-2011 alle ore 11:40
Noi siamo solo spettatori, che recepiscono notizie e informazioni da una parte e dall’altra..ancora noi dobbiamo decidere per una “verità” e comportarci di conseguenza..tutto il resto è chiacchiera.
Scritto il 17-5-2011 alle ore 17:20
@fiormaria
Devo contraddirLa. Noi non siamo spettatori. Noi, di questo spettacolo, siamo (alcuni), o quanto meno dovremmo essere (molti) gli AUTORI. La Moretti, Pisapia, ecc… sono gli attori che recitano il Nostro copione, quello che, a torto o ragione, ci attribuiscono. La Moratti, poverina, si è convinta, o fatta convincere, ad interpretare ed emulare(con le conseguenze che oggi conosciamo) il tanto diffuso malvezzo di denigrare con la menzogna l’ avversario; che è una pratica “istituzionale” e istituzionalzzata. Quanto a Cossiga, ne ha fatte di peggiori…..
Scritto il 17-5-2011 alle ore 17:24
@anacleto
ho apprezzato l’uso, molto appropriato, del verbo “rinfangare”…..
smetteremo?
Scritto il 17-5-2011 alle ore 23:01
gli “apprezzabili indizi” sono forse quelli che in appello corrispondono alle amicizie su cui potevano contare l’avvocato pisapia padre e figlio in quella sede? d’altra parte il mega studio legale di famiglia non poteva certo rischiare di chiudere per un titolare chiacchierato o peggio ancora sospettato o condannato!
chi conosce l’ambiente forense può tranquillamente intuire quello che succede dentro e fuori dalle aule. non contano tanto i soldi che uno ha ma le conoscenze giuste al momento giusto…..
Scritto il 19-5-2011 alle ore 09:47
Grazie Antonio, ma ho la netta sensazione che non la finiranno e, purtroppo, non la finiremo mai di rinfangare.
Mi capita di conoscere piuttosto bene l’ambiente forense e mi rifiuto categoricamente di avallare l’idea che si possa essere assolti perchè figli di tizio o perchè amico di caio.
Questo è un modo di pensare che non condivido e pure rispettando, come dovuto, le opinioni di tutti e senza che nessuno se ne debba offendere, rivendico il mio diritto di smarcarmi decisamente e pubblicamente da un simile modo di ragionare.
Scritto il 19-5-2011 alle ore 20:38
non si tratta di condividere o meno. ho pagato sulla mia pelle!!!! la controparte essendo ben introdotta….., e non scendo in particolari, pur avendo colpe grandi come una casa -perseguibili penalmente per truffe e falsi-, ha trovato chi cavillosamente ha ritenuto di non dover indagare, approfondire e chiarire anche se un precedente
giudice, poi estromesso!, aveva ben individuato l’arcano. e poi dovremmo avere fiducia nella giustizia, ma i sondaggi smentiscono e sempre di più!
Scritto il 28-5-2011 alle ore 03:05
A prposito di conoscenze giuste o non giuste, pare che in Italia ad uno solo sia permesso sapere che, nel penale, la legge non conosce l’ignoranza. Però si chiama Adriano Celentano.
Scritto il 10-6-2011 alle ore 13:48
x emilio:
questa non l’ho capita!!!!
è solo ironia?
Scritto il 10-6-2011 alle ore 15:08
Per lm.
In una trasmissione televisiva, in fase di divieto di propaganda politica, Celentano ne aveva fatta a favore della sinistra, per usare un termine semplificativo. Questo costituiva e costituisce un reato penale, per cui, come per tutti quelli di questo tipo, non è ammesso non conoscerli: dura lex sed lex.
Rinviato a processo, Celentano è stato assolto perché per lui (ma ti assicuro non per me e per te) si è ritenuto che potessse non sapere. Il PM si è ben guardato da l ricorrere in appello.
Non sono un giurista, ma è possibile che il comportamento dei magistrati costituisca un falso ideologico, altro reato penale.
Spero di essere stato chiaro.
Saluti.
Emilio
Scritto il 14-6-2011 alle ore 20:27
x emilio.
ho ben compreso! non ricordavo il particolare di qualche tempo fa, d’altro canto il molleggiato è ormai considerato una sorta di santone che viene interpellato su tutto e per tutto compreso il commento ai risultati degli ultimi referendum, acqua e nucleare. poco importa poi se lui per costruirsi una megavilla fa sbancamenti da migliaia di mc. stravolgendo il paesaggio senza che nessuno prendesse provvedimenti! . ma ormai la giustizia italiana ci ha abituato a tutto e al contrario di tutto. altro che patria del diritto….. che non c’è più!
Scritto il 14-6-2011 alle ore 20:50
per lm
Siamo in perfetta armonia di opinioni. Speriamo che qualcuno, qualunque sia il partito d’appartenenza, vari una seria riforma della giustizia.
Mi sono ampiamente stufato di un CSM che ricorda moltissimo un gioco che facevo da bambino. Si chiamava “guardie e ladri”: per un po’ eravamo guardie e per un po’ ladri, ma eravamo sempre gli stessi amici della medesima combriccola.
Saluti.
Emilio
Scritto il 16-6-2011 alle ore 21:00
non ho mai capito perchè un organo, come la magistratura, debba essere sindacalizzata con correnti di centro sinistra, sinistracentro, di sinistra e di estrema sinistra e una minoranza non schierata!!!!
nemmeno il regime fascista era riuscito a piegare più di tanto la magistratura che aveva mantenuto una sua autonomia e indipendenza dalla politica… ma erano altri tempi e il senso dello stato era molto radicato. oggi la giustizia è diventata erede degli insegnamenti togliattiani che dopo il referendum istituzionale ordinò che la giustizia e la cultura (leggi scuola!) diventassero il braccio destro del pci, per poter guidare le sorti dell’italia!, alla dc si poteva lasciare tranquillamente una larga fetta del potere economico (un’altra parte dell’economia sarebbe comunque stata controllata dal pci attraverso le coop e associati…).
loro pretendono, al contrario di quello che scriveva san paolo, di essere giudici di se stessi….. come il ladro, trovato con le mani nel sacco, venisse chiamato a giudicare se stesso!
Scritto il 17-6-2011 alle ore 00:24
Ma siamo sicuri che la magistratura sia stata piegata? E se pensassimo che venga usata come utile idiota non solo da politici, ma anche da circoli economici? Alcuni suoi componenti mi hanno dato e mi danno proprio quest’impressione. Oppure se quello delle correnti in cui è divisa fosse solo un teatrino per mostrarsi separati e colpire uniti per i propri comodi? Quando sono in gioco i privilegi o la difesa della casta non ho mai assistito a divisioni per correnti.
Cordiali saluti.
Emilio
Scritto il 1-11-2011 alle ore 15:53
E’ da premettere che vivo nel comune di Milano.
Detto questo e specificato anche, per sgomberare il campo da qualsiasi ipotesi ideologica, che tra gli aspiranti sindaco non si poteva scegliere il migliore ma solo il meno peggio, ciò che accade con la nuova giunta era ampiamente prevedibile.
Per essere eletto devi contrarre “debiti”, che, poi, devi onorare. Ad onor del vero, Pisapia non li sta pagando tutti ed infatti le frange estreme dei suoi sostenitori, alcuni centri sociali, sono agli insulti a Pisapia. Non il Leoncavallo che è stato premiato attraverso suoi esponenti in posti non marginali e con l’interessamento a fargli avere legalmente la sua sede (l’attuale proprietario non risulta essere un benefattore e quindi mi chiedo quali benefici trarrà da questa operazione e cosa dovremo pagare noi cittadini in vile moneta). L’eccezione è stato Albertini, che, benestante di suo (non professionista della politica senza altra arte né parte), apprezzato dalla grande maggioranza dei milanesi, poteva permettersi di minacciare le dimissioni ad ogni pié sospinto, con successiva matematica debacle dei partiti che lo avevano sostenuto in campagna elettorale. Così è riuscito a far ripartire Milano che, con l’eccezione era ferma grosso modo dalla fine degli anni ’50 (grattacielo Pirelli e torre Velasca), ad esempio realizzando finalmente un sistema di depurazione delle acque e la ristutturazione della Scala.
A questo bisogna aggiungere altri non modesti fattori relativi a Pisapia.
Il primo è che tra i non ultimi suoi sostenitori ci sono molti di quell’alta borghesia che ritiene di essere illuminata ed invece è solo parolaia (forse con l’eccezione della Crespi) ed è assolutamente non all’altezza di quello che era anni or sono (Pirelli, Rizzoli, Motta, Mondadori e tanti altri). Ora ci sono le mogli di petrolieri (cioè di quelli che hanno tutto da guadagnare da quell’uso intenso di autoveicoli per cui ci si straccia le vesti) ed architetti che, solo per un immotivato ego, si ritengono dei.
Il secondo motivo è che Pisapia appartiene alla ricca borghesia (mi risulta che i suoi redditi annuali fossere vicini al milione di euro), vive in un angolo dorato e non sa neppure da quale parti inizino i problemi delle periferie. Quello che da fastidio è che, non ostante tutto, si riempia la bocca di popolo, emarginati, deboli et similia. Ed è così vero quello che ho scritto che una delle prime azioni della nuova giunta è stato l’aumento del 50% del biglietto dei trasporti pubblici urbani, azione che non mi pare sia a favore dei più deboli (non parlo per me stesso) e che potrebbe essere accettata solo se i maggiori proventi fossero dedicati al miglioramento del trasporto pubblico (per la verità migliore a Milano che nella stragrande maggioranza delle altre città italiane), ma di questo fatto nulla è stato scritto. A questo proposito posso capire lo spoil system, ma l’unica giustificazione apparente per l’allontanamento del presidente di ATM è il voler/dover gratificare alcuni personaggi: ATM Milano era l’unica azienda italiana di trasporti pubblici in attivo. Ora vedremo.
Ancora, la nuova giunta è fortemente ideologica (basti pensare a Basilio Rizzo ed altri ancora più estremisti) e quindi ragiona per schemi (spesso superati e condannati dalla soria) e non con un sano pragmatismo. Due esempi. Uno è quello dei parcheggi sotteranei. Da un lato la giunta piange miseria, dall’altro paga penali per la revoca della concessione (per inciso alcuni di questi parcheggi, che non saranno più costruiti, sono in zone abitate perlomeno da benestanti per voler usare un eufemismo). Il secondo è la manfrina sull’Ecopass, con la ridicolaggine che chi abita nelle zone interne ad esso (io abito pressochè al confine del comune) dopo circa un mese dovrà pagare un balzello per tornare a casa. E’ vero che in genere si tratta di persone abbienti, ma questa motivazione è pura ideologia da socialismo reale. In realtà, circa l’inquinamento, i problemi sono diversi. Premesso che da un ultimo convegno pare (e sottolineo pare) che l’inquinamento da polveri sottili non sia così tragico come è presentato (in ciò mi ricorda la questione amianto. E’vero che indubbiamente è causa scatenante del mesotelioma, ma come sempre è questione di concentrazione e di esposizione. Altrimenti saremmo morti quasi tutti, perchè, sino a pochi anni or sono, i freni e le frizioni di auto e moto erano a base di amianto, il famoso Ferodo. Quindi di polveri d’amianto c’è n’era in giro una mole. Per contro abbiamo la benzina verde, presentata come la panacea assoluta, mentre era noto, già ben prima della sua adozione, che alcuni suoi componenti sono altamente cancerogeni), tutto ciò premesso, le osservazioni da fare sono altre. Dando ai veicoli a motore il loro non trascurabile impatto congenito, è da dire che il controllo dei loro gas di scarico è praticamente inesistente, come del resto quello dei sistemi di riscaldamento, fattore assolutamente non marginale di inquinamento, che molti edifici pubblici, del Comune compreso, la più parte per quanto ne so, hanno ancora sistemi di riscaldamento funzionanti a gasolio, che la temperatura al loro interno è spesso così elevata da risultare fastidiosa e che, non ultimo, è da soliti idioti burocrati comunitari pretendere gli stessi standard da un paesino sul Mare del Nord e da una metropoli nel centro di una pianura nota per la sua scarsa ventilazione. Il problema vero sono i circa quattrocentomila autoveicoli di non residenti che entrano in città ogni mattina lavorativa. Rappresentano, più o meno la metà dei veicoli circolanti, intasano le vie facendo si che si creino lunghe code e, di conseguenza pesante inquinamento (che poi i milanesi pagano sia in termini economici di spreco di benzina che in quelli di salute), ed usurano infrastrutture pubbliche senza contribuire, perchè i ritorni delle loro tasse vanno a beneficio di altri comuni. Ma di ciò né questa giunta, né quelle precedenti, in verità, hanno detto nulla, neppure l’idea più banale, cioè ampliare i parcheggi in corrispondenza dei confini del comune e far “necessariamente” usare i mezzi pubblici, allora sì aumentandone il costo per poter fare abbondanti investimenti per la loro espansione.
Infine, l’attuale giunta paga il prezzo ad un elemento comune a destra ed a sinistra, sia localmente che a livello centrale. Cioè il fatto che per vincere le elezioni si deve creare una coalizione tra partiti con idee assai diverse, per non dire contrapposte. Mi sembra che questo problema sia più pesante a sinistra (che hanno da dirsi Ichino e Vendola?) che a destra, vedasi le attuali polemiche all’interno del PD, i governi Prodi e ciò che accade in Comune qui a Milano.
Scritto il 9-8-2016 alle ore 10:05
Resta comunque il fatto che fu assai arduo stabilire chi tra Moratti e Pisapia fosse il meno peggio da eleggere a sindaco