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Postilla » Diritto » Il Blog di Davide Steccanella » Diritto penale e processuale » Strage di Bologna: la Sentenza che non convince…

7 agosto 2018

Strage di Bologna: la Sentenza che non convince…

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La Sentenza della Cassazione a Sezioni Unite del 23 novembre 1995 (relatore Marvulli) ha condannato Mambro e Fioravanti sulla base, si legge testuale, delle seguenti 4 prove:
1) le dichiarazioni rese da Massimo Sparti; 2) il movente dell’omicidio di Francesco Mangiameli; 3) l’anticipazione della strage da parte di Luigi Ciavardini; 4) la scarsa attendibilità dell’alibi offerto dagli imputati.
1) (Sparti). Trattasi di discutibile “pentito” e accertato menzognero dato che ebbe a denunciare con falsa documentazione medica di dottori compiacenti un proprio cancro inesistente per uscire di galera, che l’11 aprile 1981 ha dichiarato agli inquirenti di avere incontrato i due il 4 agosto a Roma per procurare loro due documenti falsi e di avere udito in quell’occasione Fioravanti commentare la strage di due giorni prima con la frase “hai visto che botto !”. Tutti i familiari dello Sparti, persino il figlio, lo hanno successivamente smentito al processo, affermando che quel giorno lo Sparti si trovava con loro in villeggiatura in altra località di campagna, e i due imputati, pur confermando la richiesta di documenti falsi, ma non già per loro bensì per altri militanti NAR, hanno attestato che il fatto si sarebbe verificato in diversa data e con diverso nominativo, così costringendo lo Sparti a successivamente rettificare, in data 5 maggio 1982, sia la data che il nominativo originariamente indicato, non più Mario Ginesi, bensì tale Fausto De Vecchi.
2) (Mangiameli). Il militante NAR fu ucciso il 9 settembre 1980 secondo l’accusa in quanto a conoscenza di particolari sulla colpevolezza del Fioravanti nella strage mentre Fioravanti lo ha attribuito al fatto che potesse rivelare il progetto NAR di uccidere Piersanti Mattarella di cui aveva saputo in occasione di un loro incontro in Sicilia nel luglio del 1980. La circostanza che Mangiameli fosse a conoscenza di particolari sulla strage di Bologna non ha mai trovato alcun riscontro, ma poiché l’omicidio Mattarella risaliva a prima dell’incontro del luglio, l’accusa deduce che il movente dell’omicidio Mangiameli fosse per forza la strage di Bologna.
3) (Ciavardini). In realtà il minorenne NAR si limitò a disdire il giorno prima del 2 agosto un appuntamento che aveva a Venezia con la propria fidanzata. Ma siccome Ciavardini ha attribuito la ragione del rinvio alla necessità di procurarsi un documento falso e siccome il 3 agosto ebbe ad esibirne uno in occasione di un incidente stradale (ben lontano da Bologna), l’accusa deduce che avendo già un falso documento il giorno 3, la ragione del rinvio del giorno 2 dovesse per forza essere quella di trovarsi a Bologna il giorno della strage.
4) (alibi) quanto all’alibi per il giorno 2 gli imputati hanno dichiarato sin dall’inizio di trovarsi quel giorno entrambi nel veneto ospiti di Cavallini il quale ha confermato l’alibi, a sua volta confermato anche dalla di lui fidanzata, Flavia Sbrojavacca, e dalla madre di quest’ultima (Maria Teresa Brunelli), entrambe certe di avere incontrato il 2 agosto entrambi gli imputati in veneto. Ma siccome Fioravanti (in isolamento in galera da mesi) aveva ricordato Treviso mentre la Mambro (idem come sopra) Padova, per l’accusa i due erano a Bologna.
A fronte di questi 4 elementi di prova e a prescindere dal fatto che l’intera storia dei NAR  appare del tutto incompatibile con tale delitto, la condanna degli imputati non può che lascare perplessi, e il fatto grave non è tanto l’aggiunta di un ergastolo in più a chi già ne aveva collezionati altri, ma l’amara convinzione che si tratti dell’ennesima strage impunita del nostro paese, compiuta due mesi dopo quella di Ustica.
Letture: 4192 | Commenti: 2 |
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2 Commenti a “Strage di Bologna: la Sentenza che non convince…”

  1. Franco Ravazzolo scrive:
    Scritto il 11-10-2018 alle ore 20:51

    “il fatto grave non è tanto l’aggiunta di un ergastolo in più a chi già ne aveva collezionati altri, ma l’amara convinzione che si tratti dell’ennesima strage impunita del nostro paese, compiuta due mesi dopo quella di Ustica”
    Appunto.
    La morale di questa e di altre storie connesse, è sempre la stessa: noi, popolo dei pulcinella e dei mandolini, abbiamo dimostrato d’essere tragicamente più seri del resto del mondo: la bomba della Banca dell’Agricoltura di Milano, la strage di Ustica, la strage di Bologna, la strage di Brescia e decine di altri episodi minori, sono rimaste tutte senza veri responsabili.
    Tutti hanno taciuto o sono stati suicidati o sono morti in misteriosi incidenti.
    Se facessimo il bene come il male saremmo semplicemente grandiosi!

  2. luigi scrive:
    Scritto il 12-10-2018 alle ore 13:35

    è notorio che trattasi di una sentenza politica. poiché qualcuno bisognava incolpare, si sono trovati i fessi di turno…….
    tutto il resto è frutto di fantasie….

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